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domenica 28 ottobre 2012

racconto per il mio amico...


Avevo 18 anni su per giù, ora non ricordo più molto, il tempo affievolisce i ricordi, una cosa la ricordo a quel tempo io e la mia famiglia vivevamo in una grande villa sul fiume Potomac, negli stati uniti, io ero la prima di quattro figli dopo di me vengono un altra ragazza mia sorella Miriam e i miei fratelli Robert e Edward.
La villa era circondata da un enorme prato all'inglese, composta da un numero spropositato di stanze non so neanche bene cosa servissero tutte quelle stanze apparteneva alla famiglia di mio padre da generazioni e io fin dalla nascita fu destinata a tale Marcus Foy, erede di una delle famiglie più in vista e facoltose del paese.
Io questo ragazzo lo sempre odiato in quanto fin da quando ero piccola, il suo sport e divertimento era prendermi in giro e trattarmi sempre male.
Ma mio padre era inamovibile su questo punto nessun'altro poteva avere la mia mano, per Marcus sarei stata solo un ennesima tacca nell'elenco di donne che aveva usato e gettato via, come fossero state solo oggetti e niente di più.
Una notte, il mio cane scappò di casa, come una furia corsi a cercarlo, cominciando a chiamarlo urlando a squarciagola <<Billy! Billy! dove sei??>> dopo averlo chiamato per un bel pò di tempo, lo ritrovai, lo teneva tra le sue ginocchia un ragazzo che avrà avuto più o meno la mia età.
<<la ringrazio per aver ritrovato il mio cane>> gli dissi ringraziandola o cortesemente.
<< si figuri, direi più che è il suo cane che ha cercato me>> mi disse sorridendo con i denti più belli che avessi mai visto in vita mia.
<< mi chiamo Nicholas! Piacere!>> e mi tese la mano in segno di amicizia.
Altrettanto risposi io dicendo il mio nome cioè Elizabeth e mi prese la mano nella sua, subito sentii una scossa e la ritrassi.
<< la accompagno a casa! non può tornare indietro a piedi, si prenderà una bella infreddatura!>> mi disse visibilmente preoccupato e desideroso di ricompagnarmi.
<< dove abita?>> e io <alla villa laggiù in fondo!>> dissi rivolgendo lo sguardo verso casa per fargli capire dove risiedevo.
<< cavoli quella è una famiglia facoltosa!>> disse e riprese << comunque ora la accompagno>>.
<< non c'è bisogno che si disturbi!>> gli dissi non volendo che mi accompagnasse preferivo tornare a casa sola.
<< no nessun disturbo si immagini>> allora rassegnata gli dissi di si e ci incamminammo verso casa mia, sapendo bene che se mio padre mi avesse visto con uno mi avrebbe ucciso.
Arrivati al portone d'ingresso e qui accadde l'inevitabile, che non avrei mai voluto che accadesse, mi prese e mi baciò e io risposi senza pensare che potevo essere vista, fu un lungo bacio.
Mi lasciò con la promessa che sarebbe tornato a trovarmi, una volta tornato dalla guerra.
<< chi era quello?>> mi guardò subito con aria sospettosa mio padre molto probabilmente mi aveva visto dalla finestra.
<< nessuno, mi ha solo accompagnato a casa! dovresti smetterla di spiarmi dalla finestra papà!>> e visibilmente arrabbiata me ne andai nella mia stanza.
I giorni passarono e di Nicholas nessuna notizia, sapevo che era partito per la Russia ma non sapevo se era vivo o morto.
Intanto si stavano iniziando i preparativi per il matrimonio che ha lungo avevo cercato di evitare.
La notte prima delle nozze però scappai cercando di non lasciare tracce, lasciando solo un piccolo biglietto di scuse per la mia famiglia.
Raggiunto il porto presi il primo traghetto che portava nel vecchio continente ero decisa più che mai a raggiungere il mio amato, avrei fatto la crocerossina in un ospedale militare se era necessario, ma lo dovevo ritrovare!
Intanto mi fermai qualche giorno da una mia zia che abitava a Parigi e qui cominciai a ricevere delle lettere da Nicholas, non so come sapesse che mi ero trasferita.
<< mia dolce Lizzie, io sono qua a combattere una guerra non mia, vedo ogni giorno morire i miei amici sotto i miei occhi e non posso fare niente se non pregare per loro e per i loro cari, sento sempre più la tua mancanza non ci sarà mai un'altra donna che vaga nei miei pensieri, spero di vederti presto, se mi congedano, per Natale potrei venire a Parigi che ne dici?? non vedo l'ora di vederti amore mio...a presto tuo Nicholas>>.
Si susseguirono una serie innumerevole di lettere, l'unico modo che i due innamorati avevano per tenersi in contatto.
Natale arrivò e con lui Nicholas, finalmente dopo tanto tempo si rivedevano e non vedeva l'ora.
Alle quattro andò alla stazione a prenderlo, notò con piacere che non era cambiato di una virgola nonostante l'evidente magrezza per le privazioni era lo stesso uomo che conobbe una sera per caso vicino a casa sua.
CONTINUA....

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