Chissà dov'è e cosa fa...mi manca terribilmente ma vado avanti con il mio lavoro.
una nota positiva, l'odiosa se n'è andata! È tornata dai suoi famigliari e quindi si lavora meglio.
Nonostante tutto è un lavoro che mi da soddisfazione posso fare del bene a qualcuno è dare il mio amore a chi ne ha più bisogno.
passano i mesi, la guerra ormai è finita e siamo ormai nel 1918.
L'ospedale viene sgomberato, i malati gravi vengono trasferiti in centri più grandi e specializzati e chi invece può uscire dall'ospedale viene rimandato dalle proprie famiglie.
Anche io sto per partire, sistemo le mie poche cose nel baule da viaggio...quando ad un certo punto sento una voce che mi chiama da sotto, subito penso di aver sentito male ma poi è sempre più forte e chiama "lizzie!" "lizzie"...non posso sbagliarmi quella voce la riconoscere tra mille, è proprio lui è mi precipito giù per le scale.
I miei occhi vedono un uomo diverso, un uomo maturato dagli anni passati in trincea a combattere, partito ragazzo e tornato uomo e che uomo, un uomo sicuramente migliore con nuove consapevolezze e un bagaglio di esperienza e questo anche io.
Non posso fare a meno di correre tra le sue forti braccia in cui mi sento protetta da tutto e da tutti, ora sono davvero felice e non mi manca più niente.
